Si dice da millenni che la sede dell’anima sia il cuore o la mente; ma forse invece è proprio il volto, perché è proprio lì che il ‘tutto’ della personalità appare in maggiore misura e prende forma vivente, visibile e sentita.
E’ proprio lì, che il nostro sentire si focalizza, sintetizzandosi, maggiormente.
La mente ed il cuore creano funzioni complesse , ma rimangono astratte ; forse invece proprio nel ‘sentire’ il nostro volto e il ‘valutare’ con la nostra sensibilità individuale quello degli altri, che le funzionalità ‘formali’ della mente del cuore diventano consapevoli; un po come il seme diventa pianta nel terreno. Il volto è il ‘terreno’ dove mente e cuore seminano ed i frutti del nostro ‘essere’ maturano, poiché è lì che ‘sentiamo’, non nella mente e nel cuore, è lì che la personalità assume finalmente una forma.
Anche quando comunichiamo al buio, il nostro volto si modella comunque, modulato dalla informazione che scambiano con l’esterno e con noi stessi. Si studia l’Universo, le particelle elementari, il corpo stesso, la società, ma forse il baricentro di tutti questi studi è proprio il volto umano; lì è contenuta tutta la storia e tutta la natura, tutta la gioia e tutto il dolore del mondo. Forse è proprio nello studio del volto umano, che le conoscenze, tutte le conoscenze, potrebbero tendere verso una sintesi, non fredda, automatica e spesso contraria all’interesse del vero progresso , come purtroppo assistiamo, quasi impotenti. Conoscendo veramente se stesso, finalmente l’uomo si entusiasmerebbe solo alle sfide positive.
E mercoledì 3 Settembre, sempre alle solite 21.30-22, saremo questa volta un solo volto.